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venerdì 26 novembre 2010

La scienza del buon vivere

Cento piccoli indiani. A cena

La felicità è uno stato dello spirito che nasce anche dal piacere del corpo. Chi ha fame vuole mangiare comunque; chi ha da nutrirsi, vuole farlo bene. Bene non indica quantità ma qualità. La ricchezza è condizione necessaria ma non sufficiente: occorre anche buon gusto, cultura, esperenza e creatività.
Gli americani spendono per il packaging (l'involucro) dei loro alimenti la stessa cifra ch l'India investe per il cibo. Ma l'obesità che trionfa negli Stati Uniti dimostra che le risorse non sono accompagnate dal senso estetico e dalla saggezza della misura. Stessa cosa vale per l'Italia, altra patria di obesi: in media un connazionale mangia quanto 52 indiani. Se, dunque, invitate a cena una coppia di amici, è come se vi arrivassero in casa 104 indiani. Ma ciò non garantisce che la cena sia di qualità. Per esserlo, occorre che il cibo passi dal livello del semplice nutrimento a opera d'arte, che le vivande non siano ingozzate ma gustate, che il vino non sia tracannato ma sorseggiato.

Style Magazine

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